Eccoci qua. Prima o poi doveva succedere. Due settimane di asilo (di cui una solo di inserimento con due ore di presenza al giorno) e ci siamo dentro fino al collo. Quattro denti che stanno spuntando contemporaneamente (con conseguente bava radioattiva in quantità industriale) + raffreddore a go-go. Ecchecculo! L’altra notte l’abbiamo passata giocando a chi dormiva meno. Dall’una circa è stato un continuo. Piange, vai da lui, dagli il ciuccio, prova a liberargli il naso, fagli le coccole, dagli da bere, accendi la musichina. E poi di nuovo. Dopo vari pellegrinaggi ce lo siamo portati nel lettone per tranquillizzarlo. Ma niente, ormai era sveglio e nervoso, di dormire non se ne parlava proprio. Così ho pensato che fosse inutile soffrire in due (cioè in tre, ma il Ranocchio poveretto era già sottointeso), quindi lui ed io ci siamo trasferiti nella sua cameretta, per affrontare insieme le difficoltà. Ho sistemato il suo letto in “assetto da raffreddore”, gli ho pulito il naso, ho riempito di nuovo l’umidificatore con l’essenza. Poi ecco la mia geniale idea. In camera del Ranocchio abbiamo un divano letto dell’Ikea per gli ospiti. Uno di quelli che hanno quasi tutti in casa, con la struttura nera di metallo e le doghe in legno. Si sa che i divani-letto sono sempre un pò schifosi (a livello di funzionamento), figuriamoci uno dell’ikea, che non è nemmeno nuovo ma ereditato da parenti e di cui ignoriamo l’annata di produzione. Avevo deciso di aprirlo, perché già ho il sonno leggero ed ero certa che quella notte sarebbe stato ripetutamente disturbato, almeno volevo tentare di avere un giaciglio vagamente comodo. Perché dormirci senza aprirlo secondo me è impossibile. Ci riesce solo Matteo, ma lui è in grado di dormire ovunque e comunque. Ad ogni modo… inizio con le operazioni, lucida come non mai, e faccio tutto al buio tentando di non fare troppo casino. Togli il primo copri-divano personalizzato, togli il copri-divano ikea. Taglia lo spago che tiene bene unito il materasso (dato che è vecchio aveva pure qualche pezzo mancante, e quello dello spago è stato il nostro intelligentissimo sistema per tenere tutto insieme). Stacca tutti i pezzetti di velcro dalla rete. Poi cerca di far slittare la rete ed aprirla, con scarsi risultati. Sono convinta che esista un meccanismo oscuro ed ingegnoso per poterlo aprire perché tutte le sante volte ci mettiamo minimo un quarto d’ora. Ed io contavo di farlo da sola, di notte, al buio. Mentre mi armeggio con questo aggeggio (la doppia G rafforza l’impegno che ci sto mettendo) mi viene in mente un’atra cosa (d’altronde si sa, noi donne siamo multitasking): le lenzuola più una eventuale coperta da mettere sopra al materasso sono nel cassettone del nostro letto, e per prenderle c’è da sollevare la base. Quindi devo per forza andare a recuperarle subito, perché se Matteo nel frattempo si addormenta… come faccio?? A questo punto vado di là e glielo dico. Lui inizia ad imprecare e a dire cose strane. Io non me lo filo di pezza perché, cascasse il mondo, quando ho deciso di fare una cosa la devo fare, punto. Tanto più se mi sto immolando per la causa. Prendo quello che mi serve e nel frattempo lui si trascina di là borbottando per aiutarmi ad aprire il letto. Mi sistemo e mi rendo conto che, in tutto questo tempo, il Ranocchio era lì in piedi nel suo lettino che mi guardava. Alla fine se ne stava zitto perché forse era divertito da questa strana scenetta. Dopo altri pianti e peripezie, finalmente si addormenta, ed io dopo di lui. Sorvolo sul mal di schiena che si è impossessato di me (messo a dura prova da un incidente di 3 anni fa) dovuto alle mosse non proprio agilissime nei tentativi di apertura dell’aggeggio. Tempo un paio d’ore ed eccoci di nuovo in assetto da combattimento. Pian piano arriva il temutissimo momento della sveglia ed iniziamo a prepararci, io con una velocità pari a quella di un bradipo in letargo, lui apparentemente vispo. A colazione scopriamo che è spuntato un incisivo, che probabilmente è la causa di questa notte magica, sommata a tutti gli amici germi che frequentiamo dal primo giorno d’asilo. Lo porto al nido ed io vado a lavorare con l’entusiasmo che sfiora le stelle ed una badilata di crema colorata in viso nel vano tentativo di nascondere le occhiaie. La giornata trascorre abbastanza indenne (tutto sommato non ero tanto più stordita del solito) e nel pomeriggio vado a recuperarlo. Lo ritrovo con il naso colante, un pò di tosse ed un umore non esattamente dei migliori. Facciamo qualche commissione e l’umore peggiora sempre di più, così mi precipito a casa, gli provo la febbre: quasi 38. DLIN-DLON: BENVENUTI ALL’ASILO.

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9 commenti il BENVENUTI ALL’ASILO

    • E poi il bianco fa chic e non impegna. No?! Purtroppo non sono bionica ma potremmo istituire un gruppo per condividere i trucchetti ed affrontare meglio le situazioni, quindi diventare semi-bioniche!!

  1. Clelia, non dovrei dirlo, perchè non è carino, ma il tuo racconto mi ha fatto ridere un sacchissimo ed in tutto questo apprezzo sempre un sacco la collaborazione dei papà!!!! Io che sono sfigata sempre ho un bimbo che non ama la notte nel senso classico, cioè tutto questo silenzio, il buio, le lunghe ore fermi, insomma si rompe e si sveglia ogni ora a testare che io ci sia ancora …… apprezzo sempre un sacco che il mio ragazzo mi aiuti, girando gallone e delle volte russando di gusto!! Comunque povero Filippo che brutto inizio di asilo :((

    • In sua difesa devo ammettere che l’uomo si era offerto più e più volte di dormirci lui sul divano, senza fare tutto il casino che ho fatto io, appunto perché riuscirebbe a dormire ovunque. Però ormai avevo deciso di fare la paladina della giustizia.. Checcevoifà?!?

    • Comunque che bello sentire l’espressione “girando gallone”. Mi piace da matti e la uso sempre anche io! Come non perdere la mia emilianità vivendo in Liguria.

  2. Era una serata solitaria e triste con la pioggia scrosciante fuori…rallegrata all’improvviso da questo stupendo siparietto con la descrizione della nottata e della performance della wonderwoman in azione! Brava Clelia, so che nessuno dirà che sono obiettiva, ma brava!
    Riesci a trovare il lato ironico in tutte le cose.
    Tutte coloro che sono mamme ti capiscono benissimo!

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