I problemi quelli veri, come si fa? Che uno si ritrova genitore da un giorno all’altro senza nessun tipo di istruzioni per l’uso, dovendo improvvisare alla bell’e meglio delle soluzioni a qualsiasi tipo di situazione.

Il caso: Filippo ha due pupazzetti per dormire che gli hanno regalato quando è nato. Più tutta una serie di altri pupazzi di corollario che affollavano prima la culla, poi il lettino, adesso sono passati nel box. E a volte ritornano nel lettino. C’è molta flessibilità a riguardo. Quei due invece sono sempre stati i compagni delle nanne. Inizialmente ignorati, poi abbracciati durante la notte, ma abbandonati durante il giorno. Da un mese a questa parte le cose sono molto cambiate. Uno dei due è divenuto IL prescelto. E adesso quando il Ranocchio ha sonno, quando è “triste” o attraversa “momenti difficili” si precipita dritto in camera sua a recuperarlo. Se non riesce a prenderlo attraverso le sbarre inizia a piangere come un disperato. Mi fa tantissima tenerezza questo suo nuovo atteggiamento. È la sua prima vera affezione a qualcosa. Gli vuole proprio bene perché non appena lo ha tra le mani ride soddisfatto e se lo abbraccia forte. A volte invece lo trascina dietro di sè ma comunque non lo molla. Spesso e volentieri gli succhia le gambette tanto da farlo diventare tutto bello sbavuscioso nonché puzzolente.

Poi succede che un giorno rientro dal lavoro dopo uno dei soliti incastri babysitter + nonna (era malato), lo vedo stanco e lo metto a letto. Lui non vede IL pupazzo, quindi si allarma, si alza in piedi ed inizia a piangere (forse strillare è il verbo più azzeccato). Io mi precipito in sala a cercarlo, guardando in tutti i posti possibili ed immaginabili: sotto al divano, sotto al mobile della tv, nel box, nei contenitori della raccolta differenziata, niente. Torno in camera e cerco sotto al lettino, sotto al divano letto, nella cesta dei giochi, nel bidone dei pannolini. Ancora niente. Tutto questo avendo sempre come sottofondo il dolcissimo e tranquillizzante piagnisteo del Ranocchio. Vado in bagno, niente neanche lì. A questo punto (disperata – a tratti isterica) telefono a nonna e babysitter nella speranza che mi diano l’illuminazione, invano. Ricomincio la ricerca da capo dando i primi (?) pesanti segni di squilibrio psico-fisico ed a quel punto lo vedo.

AIUTO.

Era riversato nella tazza del cesso.

Orrore e raccapriccio.

PupazzoSuicidaVi rendete conto della gravità della situazione?! Lo caccio immediatamente in lavatrice impostando 2000 giri di centrifuga e nel frattempo torno da Filippo che ormai era paonazzo col volto rigato dalle lacrime. Lo prendo in braccio, accendo la sua musichina e lo coccolo fino a farlo addormentare. Ho voluto condividere il suo dolore ed il suo sconcerto di fronte al triste ed inspiegabile fatto di non trovare il suo amato pupazzetto (che lui stesso aveva buttato nel water, ma essendo stato un gesto folle, sicuramente l’avrà rimosso). Colui che gli dà sicurezza e serenità. Ora lo so, vi verrà da sorridere.. perché questo sarà il primo di una lunga serie di “pupazzetti perduti”, ma quando non si potrà più fare la centrifuga ed accendere il riscaldamento a manetta per risolvere la situazione? Quando si tratterà di pupazzetti viventi che fanno soffrire i nostri piccoli, come ci si deve comportare?

Ok io mi sono rassegnata di fronte al fatto di non poter comprare la Santa Pazienza da nessuna parte… però dai il libretto di istruzioni per affrontare le delusioni dei figli ci DEVE essere. Qualcuno sa dove? Sono disposta a pagare!!! 😉

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9 commenti il Quando iniziano i problemi

  1. nuooo poveri (entrambi) che brutta esperienza! immagino gli attimi di terrore che avete passato!
    Le delusioni…che dire..cisiamo passati tutti,bisogna farci l’abitudine! L’unica cosa che si può fare è dare la consapevolezza che la mamma e/o il papà saranno sempre lì vicino per farti una coccola,2 chiacchiere o semplicemente prestarti una spalla su cui piangere!
    Forse questo non salva i figli dalle delusioni ma risolleverà un pò gli animi delusi.

    un abbraccio
    Frà

    • Penso proprio di si, l’unica cosa possibile è stargli vicino. Usare le parole quando sono in grado di capirle, o semplicemente dare loro affetto. Il resto dovranno imparare ad elaborarlo da soli.. però che difficile!! :(

  2. Meno male che c’è il tuo blog!!! Sei unica!
    Francy non ha un pupazzo preferito, a caso ne sceglie un mucchietto e se li porta nel lettino…Camilla invece da quando ha 3 mesi dorme con la “mimi” una specie di rana ormai in parte strappata, ciucciata, mordicchiata ma insostituibile…l’abbiamo portata sempre con noie ricordo anche io momenti di panico prima di andare a nanna, passati a cercarla per trovarla sempre nei posto più impensabili dalla “rumenta” alla cuccia di Olivia….Considerato che Cami ha 4 anni e la “annusa” ancora…in bocca al lupo!!!!!!!!

    • Hahahaha grazie! :) Si in effetti se l’attaccamento continua così forte la vedo dura. Ammetto di aver già pensato di comprare una copia identica del pupazzetto da tenere in cassaforte per momenti di emergenza come questo 😉

      • Eh no, cara! Il cucciolo si accorgerà immediatamente dell’inganno e rigetterà con ribrezzo il sostituto proposto. Perché saprebbe riconoscere tra mille il suo “Ciccio” puzzolente e malandato. Anche noi avevamo avuto questa idea geniale, quando il Ciccio di Ginevra sembrava troppo malconcio per poter resistere anche solo ad un’altra lavatrice. E invece lei ha preteso immediatamente la restituzione dell’orsetto “originale” e poi, mossa a compassione, ha deciso di adottare anche quello nuovo. Il risultato è che ancora oggi, a dodici anni, si addormenta con Ciccio 1 e Ciccio 2, i cui pigiami sono stati rammendati e sostituiti più volte dalle abili mani di nonne e zie.

        • Già è vero… quindi il rischio è che poi si affezioni pure all’altro aumentando le possibilià di crisi isteriche per la perdita di tutti e due… uff. Che casino!!!

  3. la mia esperienza di bambina: avevo un orsacchiotto, detto Totino Rosa, che mi è stato vicino dalla nascita. veniva con me ovunque, anche in spiaggia, soprattutto all’asilo. dove, un triste giorno, distrattamente l’ho dimenticato e dove è stato immediatamente rapito (rubato?) da qualche compagno di asilo, perché nonostante immediate ricerche, non è stato mai più trovato. e per di più in una settimana in cui ero coi nonni, senza mamma e papà. la disperazione è stata immediata e incontenibile, ma forse perché ero grandicella, i nonni mi hanno subito comprato un sostituto e in breve tempo mi hanno convinto ad accettarlo come nuovo Totino. quindi, forse in certi casi, il cambio si può fare.

    la mia esperienza di mamma: Jacopo ha tanti pupazzi e in qualche momento ho pensato che di questi fossero i compagni inseparabile che lo aiutassero a fare la nanna. invece non è mai stato così, non si è affezionato a nessuno, nonostante io lo avessi un po’ sperato.

    questo vuol dire che io ho imparato da piccola ad affrontare la perdita, il dolore e la resilienza? e che Jacopo invece sarà forse anaffettivo da grande?

    aiuto!
    m

    • Uh beh, difficile dare una risposta alla tua analisi/domanda. Però non credo che Jacopo sarà anaffettivo da grande solo perchè oggi non ha un pupazzo preferito. Si vede che per ora non ne ha bisogno, gli basti tu! 😉 Comunque quanto sono crudeli quelli che ti hanno rubato Totino Rosa?!? Roba da non credere.
      Un bacio!

      • sì, crudeli davvero. rubare a un bambino il suo pupazzo preferito (che tutti sapevano essere il MIO orsacchiotto) è da vere carognette, cioè da bambini :-)

        per il resto, secondo me il carattere da adulti dei bambini si dimostra già a questa tenera età. speriamo bene!
        m

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