Tag: gravidanza

I LOVE BAGS

Non so se è successo anche a voi (o se vi scatterà la molla dopo aver letto il post), mentre ero incinta avevo un’irrefrenabile voglia di fare shopping. Ancora più del solito, intendo. Comprare vestiti non aveva molto senso perché, di lì a poco, sarei diventata una donna-mongolfiera. Fino al settimo mese poi ho dato il veto assoluto (a me stessa e agli altri) di comprare qualsiasi cosa al ranocchio, un pò per scaramanzia ed un pò per frenare l’istinto del mio parentado di inondare la nostra casa di qualsivoglia vestitino/oggetto indispensabile alla vita del pupo che si sarebbe rivelato perfettamente inutile dopo la sua nascita.
Cosa restava? Scarpe (prosciutti ai piedi permettendo) e borse. Si le borse sono sicuramente l’acquisto più intelligente da fare durante una gravidanza!! A due mesi di vita intrauterina del ranocchio ero negli Stati Uniti per lavoro. Sono riuscita a farmi regalare una borsa di Marc (esattamente quel Marc) a distanza, un genio! E’ bastato fare leva sul fatto che da quel momento in poi tutti avrebbero fatto regali a lui (o lei, ancora non si sapeva) e non a me. Il cambio favorevole dollaro-euro ha fatto il resto. Ho scelto la borsa e fatto il mio volo di rientro molto più felice.
Il tempo scorreva e l’istinto compulsivo all’acquisto non dava segni di cedimento. Dovevo andarci piano però se non volevo essere buttata fuori di casa insieme a tutte le mie borse!
Da qui l’illuminazione (ormai il settimo mese era passato): mi SERVE una borsa da passeggino, quelle da portarsi in giro con tutto il nécessaire per il pupo. Non pensate davvero che io possa usare una di quelle terribili che danno in dotazione (che ti fanno comunque pagare in aggiunta) con l’acquisto del famigerato trio (carrozzina/ovetto/passeggino)? Nossignore. Mi rifiuto. La ricerca non ha dato grandi risultati. Poi sotto il consiglio di un’amica credo di aver trovato l’unica bella borsa in circolazione (se per caso ne conoscete altre segnalatemelo!). E ovviamente, visto che tutti vogliono farti un regalo, ho passato l’info alla mia sister, che me l’ha presa (Thank U!!).

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STORIA DI UN BLOG. IL PRIMO POST

Un blog… è da tempo che ci rifletto, ma non mi decidevo a partire.
Ogni tanto mi ritrovo a formulare frasi, come se qualcuno dovesse leggerle e poi dico… naaahhh, a chi interesserà mai?
Poi un giorno rimango incinta, senza averlo troppo calcolato, e si accavallano nella mia mente una miriade di pensieri. Ecco, mi sono detta, ora apro un blog. Sulle mie sensazioni, le riflessioni, i dubbi, le domande.. Qualcosa di autoironico su ciò che vivo. Un modo per scongiurare le paure ed i tabù. Nel frattempo scopro che quello delle mamme in rete è un network fittissimo (che io ignoravo per ovvi motivi). Ho letto un sacco di cose interessanti e divertenti, riso a crepapelle e storto il naso (beh.. è impossibile essere d’accordo proprio su tutto). La cosa più incredibile è che molte di queste neomamme hanno avuto un successo strepitoso, semplicemente scrivendo ciò che passava loro per la testa. Grazie ai loro blog hanno scritto libri, venduto copie, fatto ristampe (che botta di ….!). Sembra davvero una favola. Allora mi dico: cosa faccio io? L’ennesima storiella della ragazza pseudofissata con la carriera che rimane incinta ed inizia a raccontare di sè. No no… lascio perdere. 

Tra l’altro non ho nemmeno delle grandi doti da scrittrice. Mi piace scrivere, si. Ma riuscirci bene è tutta un’altra cosa. Sono più brava a parlare con le immagini che con le parole. Deformazione professionale.
Il tarlo però rimane lì… continuavo a prefigurarmi immagini e post da aggiornare. Ma ho sempre pensato che probabilmente non sarebbero stati così interessanti. E’ un pò la storia della mia vita. Aspetto che arrivi l’illuminazione perchè sento che posso fare qualcosa di buono. Ne sono capace, in fondo. Ma quella luce non arriva mai. Non sembra mai che ci sia una luce che valga la pena di essere diffusa. Un pò come l’anno scorso, mentre leggevo la biografia di Steve Jobs: sentivo che da quei fogli sarei riuscita a leggere tra le righe e capire cosa avrei voluto fare da grande. NADA. Tabula rasa.
E così adesso, a un anno dalla lettura della sua biografia, dopo 9 mesi di gravidanza e a 3 dalla nascita del mio ranocchio, ho deciso di seguire uno dei suoi consigli (del mio amico Steve). Di fregarmene se penso che nessuno leggerà quello che ho da dire. Sono convinta che ognuno di noi abbia qualcosa di interessante da raccontare. Ed io ho deciso che questo è il momento di iniziare.

“Your time is limited, so don’t waste it living someone else’s life. Don’t be trapped by dogma – which is living with the results of other people’s thinking. Don’t let the noise of others’ opinions drown out your own inner voice. And most important, have the courage to follow your heart and intuition. They somehow already know what you truly want to become. Everything else is secondary”.

(Stanford commencement address delivered by Steve Jobs, 2005).

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