Tag: mamma

BACK TO WORK – IL RIENTRO

Imac“Quel giorno” è stato un pò come tornare indietro nel tempo, al primo giorno di scuola (il periodo dell’anno poi ha ulteriormente rafforzato questa mia impressione, senza far caso che forse sono un pò troppo grande per andare a scuola-da studente). Tutta curata ed un pò emozionata, mi sono alzata con largo anticipo per fare le cose con calma. Così in anticipo che quando sono arrivata in azienda gli uffici erano praticamente deserti! È vero che sono stata a casa un sacco di tempo, ma appena varcata la soglia mi è sembrato di non avere mai smesso di lavorare. Che strana sensazione. (altro…)

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CINQUE GIORNI ALL’ALBA

Alba a Durban, Sudafrica - Settembre 2011
Alba a Durban, Sudafrica – Settembre 2011

Manca poco, pochissimo direi, al mio rientro in ufficio. A pensarci mi sembra un’eternità, 11 mesi senza lavorare (5 di maternità obbligatoria + 6 di facoltativa). Invece è scivolato tutto così velocemente che nemmeno me ne sono accorta. Prima di avere un figlio pensavo che questo periodo fosse un momento di semi-fancazzismo in cui, tra le altre cose, ti prendevi cura del pargoletto. Dopo averlo provato posso assicurare a chiunque che non è così!!! È a tutti gli effetti un lavoro full-time, con i pro e i contro di ogni lavoro, con la differenza che il tuo unico collega è un poppante che non parla e che ha bisogno di 1000 attenzioni (e poi ci lamentiamo dei nostri colleghi?!?). (altro…)

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Aperitivo cool in vaso

Quando sei un pò fuori dal giro degli aperitivi cool ed un sabato qualunque di luglio ti servono un mojito in un vaso da conserva Bormioli (avete presente gli eterni barattoli Quattro Stagioni?) e tu continui ad osservarlo con fare interrogativo/stupito/meravigliato (ma divertito) può voler dire che:

A. Hai cucinato ed invasato talmente tante pappe per tuo figlio che ormai vedi vasetti Quattro Stagioni ovunque. Te li sogni addirittura la notte, sono ufficialmente diventati esseri animati che vivono di vita propria.

B. Forse ieri sera c’è stato un Rave Party dove hanno rotto tutti i bicchieri e presi dal panico i baristi hanno preso in prestito i vasetti della nonna nella speranza che i clienti, ancora ubriachi dalla sera prima, non se ne rendessero conto.

C. Ti eri illusa di non essere stata divorata completamente dalla mammitudine e pensavi di poter continuare ad essere aggiornata sulle mode del momento. Evidentemente ti sbagliavi e lo stupore nel vedere questo vaso ne è la prova lampante.

D. Hai seriamente bisogno di una vacanza. O di una psicanalista.

E. Varie ed eventuali.

La mia risposta è sicuramente la C. La vostra?

mojito

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(S)COMODITA’ DELLO SHOPPING ON LINE

biciPaccoHuggies
Avete visto queste foto? Le avete guardate bene? Sono l’epilogo di un riuscitissimo acquisto on line e di un’altrettanta riuscitissima consegna a casa. Ora… chi mi legge da un pò dovrebbe avere intuito che io adoro fare shopping on line. Lo trovo estremamente figo e a tratti enormemente vantaggioso.. Lo sapete tutti: si può comprare qualsiasi cosa solo con un click, ricevendo tutto comodamente a casa. È ottimo quando si è malati o lo sono i vostri marmocchi e quindi avete non poche difficoltà ad uscire. Oppure quando volete acquistare oggetti introvabili nella vostra città che arrivano perfino da Katmandù. Non ultimo spesso si trovano prezzi leggermente più bassi rispetto ai negozi. Ecco. Questo mi sembra un vero e proprio elogio allo shopping on line. Però. C’è sempre un però. (altro…)

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MIA MADRE LO DICEVA CHE IL MARE FA INNERVOSIRE…

È una frase che mi è rimasta impressa nella mente. Che il mare fa innervosire. E si che uno più che innervosirsi dovrebbe essere felice e fare il bagno e divertirsi. Invece pare che sole, caldo e mare, tutti in una combinazione unica, stanchino parecchio e quindi facciano innervosire i bambini. Almeno quelli davvero piccoli, gli altri non so. Se lo diceva sempre chissà cosa dobbiamo aver combinato mia sorella ed io nei tempi che furono. La stessa frase ha continuato ad echeggiare nelle mie orecchie quando, ormai ventenne, c’era di mezzo la nostra super cuginetta. Anche lei deve aver avuto qualche problemino con il sonno durante le vacanze al mare…

Fatto sta che forse ora è arrivato il momento di darle ragione, a mia madre. Noi (Ranocchio ed io) siamo giunti alla fase della resurrezione dopo i nostri 10 giorni esatti di clausura. Così, finalmente, siamo andati al mare. In questi giorni è  anche arrivata l’estate, quella vera. Quella in cui metti via sciarpina e maglioncino “di sicurezza” e inizi ad indossare vestiti leggeri e sandali. Quella in cui devi stare attenta alla maglietta che indossi, se no si vede che hai l’ascella pezzata. Quella che ti fa venire voglia di gelato, granita e frutta fresca. E quella che ti fa pensare positivo all’ennesima potenza. Che felicità.bagnino (altro…)

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SCUSATE SE SCLERO

Ma qui c’è poco da fare. L’età avanza (e si sa che di solito non si migliora), in più sono una mamma e, come già detto, secondo me non esiste donna che non diventi più sclerotica una volta varcata la soglia del pianeta “Mamme”.  Spiace ma è un dato di fatto. Poi si acquisiscono tante altre belle qualità, ne sono convinta, ma quella resta. L’importante è essere sincere con se stesse : ) . Ad ogni modo l’intento di questo post è semplicemente di informarvi che troverete il layout del blog leggermente diverso (probabilmente non ve ne sarete nemmeno accorti/e!). Succederà spesso. Non sono mai completamente convinta e soddisfata di alcune cose come invece lo sono di altre. D’altronde sono una bilancia.. l’equilibrio degli opposti, inutile negarlo. Tutto qui, volevo solo informarvi!

 

 

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VIAGGI MENTALI

Uno degli obiettivi di trentuno, oltre a condividere la mia passione per il design, è quella di affrontare il tema viaggio con occhi diversi, quelli di una mamma. Ancora per qualche tempo non avrò molto da raccontare perché il primo viaggio cum ranocchio è stato fissato fra due mesi e mezzo circa. Seguirà resoconto dettagliato.

Quello che volevo raccontare qui, adesso, è un altro tipo di viaggio. Quello che si fa con la testa (intendo quello positivo-costruttivo eh, non quello paranoico). Si sa la mente delle donne è sempre in costante movimento, non si ferma mai. Mi sono resa conto che, quando si ha un figlio, questa cosa viene moltiplicata all’ennesima potenza. La stanchezza che si sente non è solo fisica, è anche mentale. Accudire un figlio è un lavoro no-stop, 24h su 24, 7 giorni su 7. Non ci sono weekend, babysitter, papà o nonni che tengano. Siamo e saremo sempre noi ad organizzare e pianificare tutto, anche per loro. I pensieri sono in perenne attività ed aggiornamento.
Prepara il latte, dagli da mangiare, fai il ruttino, poi mangi tu, aspetta un oretta e lo metti a letto, coprilo bene, fai la lavatrice, stendi, lava i biberon, prepara le porzioni per gli altri pasti, poi pensa a cosa gli devi comprare, è finita la cremina, l’olio di mandorle. Ah si i pannolini e il latte. Domani gli cambio le lenzuola, c’era una macchiolina anche nella coperta. Chiama la pediatra, prenota quella medicina particolare, ricordati di andare a fare quella visita. Informati per gli asili nido, vai a visitarli tutti, scegline uno ed iscrivilo. Poi le vaccinazioni si, le vaccinazioni no. Chiedi un parere a chiunque, alla fine decidi, o la va o la spacca. Oddio ha quella cosa sulla testa, cosa sarà? Chiedi, vedi, fai…. Un continuo. Potrei fare un elenco lungo duecentoquarantatrè righe. STOP. Mi fermo.Ieri avevo la serata libera, sono andata con un’amica al concerto di Ludovico Einaudi.

Fai tutto di corsa, prepara la roba per Filippo, arriva la zia, spiegale due cose. Vado. Se ce la faccio passo in lavanderia a ritirare le camicie e il tappeto. Ah no è chiusa. Recupero l’amica e schizziamo via. Aperitivo veloce in un locale nuovo di fianco al teatro, che bello. Entriamo in teatro, ci sediamo, c’è silenzio. Non sono una mamma (ohhmmioddio sono una mamma?!!??) particolarmente apprensiva e gelosa, anzi per il momento non mi sembra di esserlo per niente. Però inizio a pensare: a quest’ora l’avrà cambiato, avrà mangiato, sarà arrivato il papà. Chissà se e quanto ha rigurgitato. Sono brava comunque perché NON guardo il telefono e NON chiedo nulla a nessuno.
Entrano i musicisti ed iniziano a suonare. Mi faccio trasportare dalla musica.
A questo punto i pensieri da pratici e materiali diventano esistenziali. Inizia il viaggio. Cavoli sono qui ma sono M A M M A. C’è un bambino a casa, è mio figlio. Questo vuol dire che finisce l’egoismo, che non sarò mai più sola, che è finita l’epoca del “andiamo e facciamo”, partiamo all’ultimo minuto e quel che capita capita. Che quello di essere qui è un privilegio ma non una cosa che posso fare come e quando mi pare. Tante responsabilità, tante spese. E il nostro viaggio in Giappone? Si dai lo faremo magari tra qualche anno. ORGANIZZAZIONE, PIANIFICAZIONE. Aiuto che roba è? … Ma sarò in grado io di fare la mamma? B O H. 
Vado avanti così per un pò.
E poi il nulla.
La musica si insinua nelle mie viscere. Mi svuota. Sono ipnotizzata da lui e dalla sua orchestra. Non penso più. Sento la musica e mi sembra di essere fuori dal tempo e dallo spazio. Ho la pelle d’oca lungo tutto il corpo. E’ inebriante.
Erano mesi che non provavo una sensazione del genere. CI VOLEVA.
Grazie Ludovico, io sono stata bene.
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QUELLA CHE

Quando l’ha scoperto non ha fatto i salti di gioia;
Invece di farsi le vacanze in Giappone se le è fatta sul lago di Garda modello balena spiaggiata;
Pensava che non avrebbe mai chiamato nessuno “Amore”;
Era certa che a fare la mamma full time si sarebbe impiccata;
Diceva che sarebbe rientrata velocemente al lavoro;
Quella che alla fine anche i cuori di ghiaccio si sciolgono (basta avere pazienza);
Quella che, a 3 settimane di vita del ranocchio, ha iniziato ad uscire per gli aperitivi con le amiche (con ranocchio annesso, ovviamente) aggiudicandosi il titolo di Supermammafortunatamente qualcosa è rimasto come prima(!);
Quella che grazie a Filippo, meglio conosciuto come Ranocchio, Junior, Fasulin (trad. Fagiolino), Mr. Potato, Besugo, Ugo, Pilippo, Nghè, Filo e Pippo ha deciso di prendere la tastiera in mano e dare ufficialmente il via a questo blog.

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PERCHÉ TRENTUNO

Sono gli anni che ho quando ho deciso di iniziare il blog.
E quando sono diventata mamma.
È il giorno d’autunno in cui è nato il mio Ranocchio.
Tre – uno. Perché in questo blog 3 anime convivono in una sola.
La passione per il design, quella per i viaggi e l’essere mamma. Che al momento non è (ancora) una passione, ma uno stato (d’essere).
Trentuno è un numero primo.

 

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