Tag: pensieri

VOGLIA DI CRESCERE

Ci siamo lasciati una settimana fa, con un aneddoto sui MOMclass al mammacheblog e dei buoni propositi. Rieccomi qui con qualche piccola e (per ora) impercettibile ma importante novità:

– Un dominio TUTTO mio. Niente più suffissi o desinenze di altri. Uno spazio pubblico ma privato dove poter dare voce ai miei pensieri. Non che prima ci fossero particolari vincoli, avrei potuto fare ed esprimere ugualmente quello che volevo. Così però mi piace di più,  mi sento più A CASA. Benvenuti su 31trentuno.it

– Un passaggio. Da Blogspot a WordPress. Vi sembrerà un pò strano visto che ho aperto il blog da soli 4 mesi. Sarebbe stato molto più furbo (infatti) cominciare direttamente da WP. Ma…. sono leggermente impulsiva. Quando mi sono messa in testa di dare vita ad un blog avevo deciso che doveva essere SUBITO.  Li ho provati contemporaneamente tutti e due ed ammetto di avere avuto qualche difficoltà con WP, così, nonostante avesse grafiche più accattivanti e avessi letto che fosse più professionale, ho optato per Blogspot.  E’ inutile… sono sempre stata così (“testa quedra”, direbbe qualcuno??).  O le cose mi vengono naturali al primo colpo o mi innervosisco (per usare un eufemismo) e lascio perdere. Ne sa qualcosa mia sorella che, illo tempore, ha tentato invano di spiegarmi che le versioni di latino non si traducevano a sentimento ma con rigidi e ben precisi criteri.

– Un nuovo layout. Molto simile a quello di prima e allo stesso tempo leggermente diverso. Anche qui ne vedremo delle belle… sto cercando di capirci qualcosa. I temi di WP saranno anche più fighi, io però vorrei personalizzare tutto e ancora ho difficoltà a capire bene come si fa. Anyway.. tempo al tempo. Ce la posso fare. Seguirà post con incoraggiamenti e suggerimenti per neofiti come me che vogliono aprire un blog su wordpress.

Tutto questo preambolo per dirvi che: HO VOGLIA DI CRESCERE. Come il mio ranocchio che ogni giorno fa espressioni e piccoli gesti nuovi. Come le piantine di menta che abbiamo messo sul balcone (se ci ricordiamo di annaffiarle!). Ho voglia di crescere e di far crescere questo progetto con voi che mi seguite. E con chi ancora non mi segue ma lo farà.

menta

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Prendi qualcosa della vita reale, d’ogni giorno, senza trama e senza finale

“Prendi qualcosa della vita reale, d’ogni giorno, senza trama e senza finale”

Che ne dite? Non vi sembra una perfetta sintesi del fenomeno del blogging? In realtà è una frase di Anton Cechov. Però si presta benissimo, nonostante i suoi 120 anni e passa. Vero?
Scusate il trip. E no, non vi preoccupate, non è l’inizio di una pippa immensa sull’aspetto filosofico-letterario-psicologico dei blog. E’ solo uno spunto di riflessione.
Venerdì sono andata a Milano al MOMclass, ovvero un seminario per mamme blogger organizzato da FattoreMamma. Che bello! A me, che sono una novellina, è piaciuto un sacco. Un groviglio di pensieri, nozioni e idee. Tra informazioni più tecniche e pratiche c’è stato il tempo anche di fare accenni letterari sulla narrazione. Ecco spiegata la citazione.

A questo punto…. volevo informare voi, miei cari (e ancora pochi –MA BUONI!!!) lettori che probabilmente nelle prossime settimane potrei essere scostante nella scrittura. Questo perchè vorrei cercare di seguire alcuni dei consigli di venerdì e quindi vorrei implementare un pochino il blog. Il che significa che dovrò tirarmi su le maniche e entrare nel fantastico mondo di hosting, domini, html e un sacco di altre cose a me più o meno sconosciute. Nel frattempo cercherò comunque di continuare a scrivere, ma, ecco… non lo garantisco. Che tra i fumini che mi usciranno dal cervello, le pappe, i pannolini, la spesa, le pulizie di casa, le scappate in spiaggia (se mai uscirà un pò di sole abbinato al caldo)… il tempo rimanente non sarà molto! Però mi raccomando: STAY TUNED. Che poi, se ce la faccio, vi racconto tutto! : )

 

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VIAGGI MENTALI

Uno degli obiettivi di trentuno, oltre a condividere la mia passione per il design, è quella di affrontare il tema viaggio con occhi diversi, quelli di una mamma. Ancora per qualche tempo non avrò molto da raccontare perché il primo viaggio cum ranocchio è stato fissato fra due mesi e mezzo circa. Seguirà resoconto dettagliato.

Quello che volevo raccontare qui, adesso, è un altro tipo di viaggio. Quello che si fa con la testa (intendo quello positivo-costruttivo eh, non quello paranoico). Si sa la mente delle donne è sempre in costante movimento, non si ferma mai. Mi sono resa conto che, quando si ha un figlio, questa cosa viene moltiplicata all’ennesima potenza. La stanchezza che si sente non è solo fisica, è anche mentale. Accudire un figlio è un lavoro no-stop, 24h su 24, 7 giorni su 7. Non ci sono weekend, babysitter, papà o nonni che tengano. Siamo e saremo sempre noi ad organizzare e pianificare tutto, anche per loro. I pensieri sono in perenne attività ed aggiornamento.
Prepara il latte, dagli da mangiare, fai il ruttino, poi mangi tu, aspetta un oretta e lo metti a letto, coprilo bene, fai la lavatrice, stendi, lava i biberon, prepara le porzioni per gli altri pasti, poi pensa a cosa gli devi comprare, è finita la cremina, l’olio di mandorle. Ah si i pannolini e il latte. Domani gli cambio le lenzuola, c’era una macchiolina anche nella coperta. Chiama la pediatra, prenota quella medicina particolare, ricordati di andare a fare quella visita. Informati per gli asili nido, vai a visitarli tutti, scegline uno ed iscrivilo. Poi le vaccinazioni si, le vaccinazioni no. Chiedi un parere a chiunque, alla fine decidi, o la va o la spacca. Oddio ha quella cosa sulla testa, cosa sarà? Chiedi, vedi, fai…. Un continuo. Potrei fare un elenco lungo duecentoquarantatrè righe. STOP. Mi fermo.Ieri avevo la serata libera, sono andata con un’amica al concerto di Ludovico Einaudi.

Fai tutto di corsa, prepara la roba per Filippo, arriva la zia, spiegale due cose. Vado. Se ce la faccio passo in lavanderia a ritirare le camicie e il tappeto. Ah no è chiusa. Recupero l’amica e schizziamo via. Aperitivo veloce in un locale nuovo di fianco al teatro, che bello. Entriamo in teatro, ci sediamo, c’è silenzio. Non sono una mamma (ohhmmioddio sono una mamma?!!??) particolarmente apprensiva e gelosa, anzi per il momento non mi sembra di esserlo per niente. Però inizio a pensare: a quest’ora l’avrà cambiato, avrà mangiato, sarà arrivato il papà. Chissà se e quanto ha rigurgitato. Sono brava comunque perché NON guardo il telefono e NON chiedo nulla a nessuno.
Entrano i musicisti ed iniziano a suonare. Mi faccio trasportare dalla musica.
A questo punto i pensieri da pratici e materiali diventano esistenziali. Inizia il viaggio. Cavoli sono qui ma sono M A M M A. C’è un bambino a casa, è mio figlio. Questo vuol dire che finisce l’egoismo, che non sarò mai più sola, che è finita l’epoca del “andiamo e facciamo”, partiamo all’ultimo minuto e quel che capita capita. Che quello di essere qui è un privilegio ma non una cosa che posso fare come e quando mi pare. Tante responsabilità, tante spese. E il nostro viaggio in Giappone? Si dai lo faremo magari tra qualche anno. ORGANIZZAZIONE, PIANIFICAZIONE. Aiuto che roba è? … Ma sarò in grado io di fare la mamma? B O H. 
Vado avanti così per un pò.
E poi il nulla.
La musica si insinua nelle mie viscere. Mi svuota. Sono ipnotizzata da lui e dalla sua orchestra. Non penso più. Sento la musica e mi sembra di essere fuori dal tempo e dallo spazio. Ho la pelle d’oca lungo tutto il corpo. E’ inebriante.
Erano mesi che non provavo una sensazione del genere. CI VOLEVA.
Grazie Ludovico, io sono stata bene.
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