Oggi metto da parte design, viaggi e racconti tragicomici per una buona causa. Non voglio fare demagogia spicciola. Voglio solo sfruttare la potenza della rete per diffondere il più possibile il messaggio. È da tempo che avevo in mente di scrivere questo post, ma non riuscivo a decidermi perché temevo che potesse essere frainteso come un tentativo di fare del buonismo, o, peggio ancora, di aumentare il numero di lettori del mio blog. E invece no. È solo il mio personalissimo modo di essere una piccola voce che vuole contribuire al cambiamento. Perché si tratta di qualcosa che tocca tutti noi (genitori) da vicino.

Qualche mese fa ho letto un articolo su Vanity Fair, parlava di un avvenimento che purtroppo conoscevo già dai fatti di cronaca.  La storia di un papà che rende pubblico il suo dolore per evitare che altri genitori possano trovarsi nella sua stessa situazione. Da questo dolore è nato il gruppo su Facebook “Mai più morti come Luca” che conta più di 10.000 membri. E sempre da questo dolore nasce la petizione on line lanciata dal medico Maria Ghirardelli al Ministro dei Trasporti affinché lo Stato promuova una legge che preveda l’obbligatorietà di installare dei sistemi anti-abbandono a bordo delle automobili. Ad oggi ci sono quasi 40.000 firme, ne servono ancora 10.000 per poter sperare in qualcosa di concreto.

Non sono qui per approfondire ciò che è stato e tutto quello che ne consegue. Troverete molti articoli a riguardo senza che ve lo racconti io. Sono qui per reagire e per supportare chi ha avuto il coraggio di esporsi, cercando di sensibilizzarci sul tema e lottando per far sì che a noi non succeda ciò che sta vivendo lui. Chapeu.

Se volete aggiungere la vostra voce, ecco i link: Mai più morti come Luca, petizione on line.

Grazie, davvero.

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