Che dire. L’utlima volta che ho scritto qui il ranocchio trascorreva la sua seconda estate, quella appena finita è stata la quarta. Nel frattempo sono successe un po’ di cose. Tipo un’altra gravidanza, un parto, il primo compleanno del ranocchio numero due e un’infinità di robe nel mezzo. Avrei voluto raccontare di tutto e di più ma non ce l’ho fatta. O non ho voluto farcela, non so. Non ne avevo tempo ma soprattutto non ne avevo voglia.

È che scrivere per me è un po’ come fare sport. Più lo fai più lo faresti. Vieni inghiottito dal vortice. Forza forza forza. Vai vai vai. Poi ad un certo punto capita che per N motivi inizi a diradare la frequenza e ti senti in colpa. Così cerchi lo stesso di buttare giù qualcosa ogni tanto per metterti la coscienza a posto. Ma continui a sentirti comunque in difetto e alla fine lo fai sempre meno, fino a smettere. Ci metti una pietra sopra. O per lo meno questo è quello che credevi tu. Ma quando qualcosa riesce a trasmetterti anche la più piccola ed insignificante delle emozioni, rimane sempre lì in agguato in un angolo del tuo emisfero destro per ricordarti che sì dai, se vuoi ce la puoi fare. E tu dici “vorrei ma non posto” (cit.) perché hai altri millemila cazzi da fare e quando finalmente la sera riesci a ritagliarti quei 20-30 minuti tutti per te (o per voi, inteso come te e lui) decidi che vuoi solo spegnere il cervello e cazzeggiare sul divano. E così fai.

Poi un altro giorno ti svegli e dici: ricomincio. Perché no?

Quindi eccomi qua :) . Ben ritrovati!

 

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